Cedolare Secca 2021: quali sono le novità contenute in Legge di Bilancio?

La Legge di Bilancio 2021 ha previsto diverse e interessanti novità in materia di tassazione agevolata dei canoni di locazione.

La cedolare secca è la tassazione agevolata sugli affitti: la Legge di Bilancio 2021 prevede per l’aliquota del 21% un perimetro di applicazione più ristretto e sarà riconosciuta solo per un massimo di quattro appartamenti per ciascun periodo d’imposta.

L’apertura della partita iva è obbligatoria con più di quattro appartamenti dal momento che si presume l’attività imprenditoriale.

Queste novità si applicano anche per i contratti stipulati tramite attività di intermediazione immobiliare, che mettono in comunicazione persone in cerca di un appartamento con chi dispone di immobili da locare.

Cedolare Secca 2021: l’istituzione della banca dati presso il MiBACT

La Legge di Bilancio 2021 ha istituito una banca dati presso il MiBACT: si tratta di un database delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi.

Il database identifica le strutture e gli immobili con un codice da utilizzare in ogni comunicazione relativa alla promozione dei servizi all’utenza e raccoglie e ordina le informazioni.

Questi dati vengono trasmessi al MiBACT dalle Regioni e dalle Province Autonome.

Cedolare Secca 2021: quanto dura l’opzione?

L’opzione comporta l’applicazione delle regole della cedolare secca per l’intero periodo di durata del contratto di locazione.

Il locatore ha la facoltà di revocare l’opzione in ciascuna annualità contrattuale successiva a quella in cui è stata esercitata.

La revoca deve essere effettuata entro 30 giorni dalla scadenza dell’annualità precedente e comporta il versamento dell’imposta di registro.

Cedolare secca 2021: quanto si paga?

L’imposta sostitutiva si calcola applicando un’aliquota del 21% sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti.

E’ prevista un’aliquota ridotta al 10% per i contratti di locazione a canone concordato relativi ad abitazioni ubicate:

  • nei Comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Cipe,
  • nei Comuni con carenze di disponibilità abitative (articolo 1, comma 1, lettere a) e b) del decreto legge 551/1988). Si tratta dei Comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia e dei Comuni confinanti.

 

 

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