Transazione fiscale: che strumento è? Quando vi si ricorre?

transazione fiscale

La transazione fiscale è una procedura a disposizione degli imprenditori in stato di crisi che permette loro di risanare la loro posizione con il Fisco pur mantenendo la produzione e godendo di alcuni benefici. In che cosa consiste questo istituto e quali sono le sue caratteristiche? Quando si può ricorrere alla transazione fiscale? Ecco le risposte.

Transazione fiscale: cos’è?

La transazione fiscale è una soluzione a disposizione dell’imprenditore che si trova in stato di crisi tramite la quale può richiedere all’Agenzia delle Entrate Riscossioni di pagare in misura ridotta o dilazionata i debiti tributari privilegiati e chirografari. Si tratta quindi di un istituto che interessa l’imprenditore che si trova in fase di trattative finalizzate alla stipula dell’accordo per la ristrutturazione del debito (ex art. 182 bis Legge Fallimentare) o di concordato preventivo (ex art. 161 Legge Fallimentare).

La procedura relativa alla transazione fiscale è disciplinata dall’articolo 160 della Legge Fallimentare, che ne permette l’applicazione in caso di concordato preventivo o di un accordo di ristrutturazione dei debiti. I debiti per i quali può essere richiesta la transazione fiscale sono:

  • tributi erariali compreso interessi, more e sanzioni (per esempio: Irpef, Ires, Irap e altri)
  • sanzioni amministrative per violazioni tributarie;
  • contributi previdenziali e assistenziali obbligatori.
  • IVA, ma solo se il contribuente che ne fa richiesta non abbia occultato parte del suo attivo per pagare meno tasse e solo se viene verificata la vantaggiosità della proposta rispetto al fallimento.

Generalmente la soluzione della transazione fiscale è proposta all’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma può essere applicata anche ad altri concessionari per la riscossione delle imposte. Lo scopo, come detto, è quindi quello di tentare di risanare lo stato di crisi aziendale attraverso la possibilità di godere di alcuni benefici. La transazione fiscale è vantaggiosa sia per l’imprenditore, che in questo modo ha maggiore tempo e mezzi a disposizione per risanare la sua posizione, sia per lo Stato, che così facendo può recuperare somme altrimenti perse.

Cosa prevede e quali sono le caratteristiche

Come già accennato, l’imprenditore in stato di crisi cui venga concesso la transazione fiscale può godere di diversi benefici. Tra questi troviamo la possibilità di dilazionare nel tempo i debiti, nonché di consolidarli abbattendo così l’esposizione verso il Fisco. In altre parole, si tratta di una forma di ristrutturazione del debito generalmente organizzata su un piano di rientro compatibile con le necessità dell’impresa.

Con la transazione fiscale l’imprenditore può quindi mantenere il complesso produttivo e la maggior parte del personale, evitando quindi di dover fermare la produzione e, conseguentemente, subire ulteriori perdite. In questo modo, in più, la maggior parte delle volte è possibile salvare l’impresa dal fallimento, a beneficio, come detto, sia dell’imprenditore che dello Stato.

L’imprenditore può quindi proporre questa soluzione al Fisco, e una volta proposta la transazione fiscale, l’amministratore ha sessanta giorni per valutarla. C’è però da sottolineare il fatto che a sua volta il Fisco può decidere se accettare o meno la proposta depositata dal debitore circa le modalità di trattamento dei crediti erariali.

In caso di rifiuto da parte del Fisco (ovvero dell’Agenzia delle Entrate Riscossione), l’imprenditore può impugnare la comunicazione di mancata accettazione davanti alla commissione tributaria. Se la comunicazione non dovesse risultare adeguata, può essere anche suscettibile di annullamento.

Requisiti per l’attivazione della transazione fiscale

Affinché sia possibile proporre la transazione fiscale è necessario essere in possesso di determinati requisiti. I requisiti sono sia soggettivi che oggettivi. Tra i requisiti soggettivi troviamo la qualifica di imprenditore commerciale o agricolo. Per adempiere ai requisiti oggettivi è invece necessario l’accertamento dello stato di crisi e di insolvenza.

Una volta inoltrata la domanda di transazione fiscale, gli uffici competenti dovranno verificare l’entità dei debiti, la sussistenza dei requisiti. Inoltre, la proposta deve essere conveniente rispetto alle altre alternative, generalmente rappresentate dalla liquidazione giudiziale dell’impresa debitrice. In più, è messa sotto esame anche l’affidabilità e la serietà dell’impresa debitrice, in modo da evitare che il comportamento debitorio si perpetri nel tempo e in modo sistematico.

 

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