Il Codice dei contratti va semplificato

E’ questa la proposta del sindaco di Palermo: modificare e semplificare il Codice dei contratti con il quale ogni comune italiano è costretto a confrontarsi per predisporre gare e appalti per servizi e lavori. Si chiede al Governo, al Parlamento e all’Anci nazionale un testo unico che sfoltisca la pratica e chiarisca le norme una volta e per tutte.

Vi chiederete come mai? Ebbene, in 9 anni i 273 articoli del Codice sono stati modificati più di 597 volte. Credo, concordiate, sia un motivo sufficiente. Più in particolare, il testo, che comprende 1500 comuni, redatto nel 2006 è costituito da 273 articoli, 38 allegati, suddiviso in 5 parti, 8 titoli, 22 sezioni e 16 capi.

Il regolamento

Come se non bastasse nel 2010 è stato emanato il Regolamento applicativo del Codice dei Contratti, composto a sua volta da 359 articoli e 14 allegati. Da oltre un anno, il Parlamento discute il disegno di legge ed immancabilmente delega altri a farsi carico del problema. Chi dovrà accertare le pratiche sull’aggiudicazione degli appalti, dei contratti di concessione, delle procedure di erogazione di acqua, energia elettrica, trasporti e servizi postali? E, più che chi, quando?

La necessità di modificare tutto questo è sentita da tutti gli amministratori comunali: questo codice così complesso rallenta e complica la realizzazione dei lavori, e l’acquisizione dei beni e dei servizi. Inoltre, non mette a riparo questi progetti dalle infiltrazioni mafiose e dai condizionamenti illegali. Se non si interviene velocemente lo Stato, presto, avrà difficoltà nel rispondere alle aspettative del contribuente.

E’ evidente che una miglioria e semplificazione del codice renderebbe tutto più semplice e monitorabile e aiuterebbe i comuni a sbloccare tutti quei contratti in stallo che potrebbero trasformarsi in enormi risorse da investire nei comuni stessi per rifacimento strade, migliorie alle scuole pubbliche, riduzioni addizionali comunali per i lavoratori dipendenti, investimenti in servizi sociali e molto altro ancora.

Servirebbe, ad ogni modo, un intervento a livello nazionale che garantisca il giusto procedimento di appalti pubblici tramite gare e una celerità nello svolgimento di tali gare.

Purtroppo questi iter burocratici lunghissimi e complicati hanno fatto si che siano rimasti fermi moltissimi lavori, che ci siano stati corruzione e malaffare, mentre tutte le società in regola e pronte a fornire servizi di qualità per lo stato sono state bloccate subendo ingenti danni a livello economico.

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