Basterebbe davvero poco per far funzionar al meglio quell’inneficente e immenso apparato politico-amministrativo chiamato Stato. La sua lentezza burocratica rende impossibile perfino incassare i soldi che gli sono dovuti e causa l’umiliazione di dover chiedere all’Europa il permesso di affossarsi ancora di più incrementando il debito pubblico.
Il punto della questione sono i residui attivi, entrate extra tributarie che il Ministero dell’Economia e quello dei Trasporti hanno diritto ad incassare ma che non vogliono o, comunque, non si decidono a farlo.
Qual è la cifra di cui stiamo parlando? Ben 12,8 miliardi di euro che ci garantirebbero tutta la flessibilità che Renzi oggi implora alla Commissione Europea.
Nella maggior parte dei casi sono soldi che le società hanno avuto a titolo di aiuto e che ora dovrebbero ritornare nelle casse del governo. Allora perchè non lo fanno?
La risposta è che la Corte dei Conti non conosce le motivazioni che hanno determinato l’accredito nè la relativa riscossione.
Tra questi residui attivi ci potrebbe essere anche il denaro destinato all’Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno, chiusa nel 1993.
Questi soldi sono considerati ESIGIBILI, quindi lo Stato ha tutto il diritto di richiederli ed incassarli. Solo che non lo fa.
In quanto a inefficienza anche i Comuni non scherzano. Pensiamo al Comune di Roma e allo scandalo affittopoli: il Consiglio Comunale non riesce a recuperare i soldi degli affitti, nemmeno quelli di pochi centesimi, perchè non sa di fatto quante case possegga, e intanto ha accumulato 13 miliardi di debiti.
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