L’ultimo dossier della UIL di Roma e del Lazio, supportato dall’incisivo operato di un ente prestigioso come l’Eures, fornisce una maggiore chiarezza su quella che è la presenza straniera all’interno delle amministrazioni capitoline e laziali.
Stando a quanto raccolto, ammontano ad oltre 524 mila le presenze su Roma – 636 mila in tutto il Lazio –con un’età media che si aggira intorno ai 34 anni e una prevalenza per quanto riguarda il sesso femminile; la gran parte di questa cifra, poi, è distribuita in quattro municipalità della Capitale (I, XV, V e VI), territorio abbastanza fertile per una tipologia di offerta lavorativa legata alle collaborazioni domestiche e all’assistenza degli anziani.
Ciò che lascia sbalorditi, è l’incremento del 192% della popolazione straniera nell’arco di un solo decennio, caratterizzato a sua volta da enormi picchi percentuali di qualsiasi fascia d’età: basti pensare alle persone tra i 15 e i 39 anni, che da soli registrano un altisonante 50% incidendo positivamente anche sul tasso di natalità. Un tasso, poi, ulteriormente esaltato dalla recente approvazione, da parte della Camera, dello Ius soli, step fondamentale per l’acquisizione della cittadinanza italiana e della conseguente rappresentatività a livello politico, sociale e, perché no, culturale.
Restando in tema di numeri, la comunità più cospicua a Roma e nel Lazio è quella rumena con 224 mila unità; seguono i filippini, con 45 mila unità, e i bengalesi, di cui si contano circa 31,3 mila unità. Uno scenario eterogeneo, utile per rappresentare la ricchezza di un territorio ricco di opportunità.
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