La legge di Stabilità ha prolungato e raddoppiato per tutto il 2016 il congedo di paternità a cui hanno diritto i lavoratori quando nasce un bambino. Siamo passati da 24 a 48 ore.
Ma saranno sufficienti da dedicare al bambino e alla famiglia?
Il congedo obbligatorio propone un nuovo progetto di gestione familiare. In effetti, 48 ore sembrano poche, ma purtroppo vanno considerati gli aspetti economici della situazione.
In media, gli stipendi degli uomini sono più alti di quelle delle donne, per cui l’Inps non riuscirebbe a far fronte alle spese che l’assenza dei dipendenti creerebbe per un periodo superiore a due giorni. Questa legge è anche un invito alle aziende private ad essere più generosi con i propri lavoratori. « Un esempio virtuoso è la Nestlè, che offre ai papà un periodo retribuito di 15 giorni. Ma sarebbe auspicabile sfruttare di più il congedo facoltativo: da un nostro questionario è emerso che nel 90% dei casi viene usato quello di maternità contro il 70% di paternità» afferma Anna Zattoni, esperta nel settore amministrativo.
C’è chi al contrario, contesta al governo un periodo troppo breve di permesso: il tempo minimo per scoprirsi genitori è di almeno 2o 3 settimane, e bisogna vivere l’evento della nascita di un figlio in famiglia, non abbandonando alla madre tutto il peso fisico e psicologico. Da non sottovalutare, poi, che un padre, non avendo vissuto la gravidanza nè il parto, ha bisogno di più tempo col neonato per adattarsi al nuovo ruolo e stabilire un contatto affettivo profondo e duraturo.
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