La Cina è davvero in crisi?

Il 19 gennaio sono stati svelati i dati sull’andamento dell’economia della Cina nel quarto trimestre del 2015: la crescita del Pil cinese si aggira intorno al 7%, la più bassa da 25 anni.

Un dato, quest’ultimo, che fa tremare le Borse: nel primo mese del 2016 i mercati mondiali hanno bruciato 2.300 miliardi di dollari. Nonostante ciò, la Cina non risulta essere in crisi.

Il problema nascerà solo se il governo non risolverà in tempo i numerosi problemi accumulati nel corso degli anni, trasformandosi in una minaccia per le economie mondiali.

Intanto, in Cina non si percepisce alcun clima di crisi tanto da cambiare le abitudini della popolazione, più che altro vi è un po’ di preoccupazione per quello che sta accadendo nel mondo finanziario.

Infatti, molti cinesi giocano in Borsa, ma sembra che la questione non li tocchi più di tanto perchè, di solito, la quota investita non è considerata essenziale ma soggetta a rischi.

Qui in Europa è bene, invece, riflettere sui segnali che ci arrivano dal mercato borsistico cinese, perchè sono un sintomo di problemi ben più gravi: il rallentamento della crescita limita i consumi interni ed esterni provocando la perdita di quote export sui mercati internazionali.

Proprio per questo, la Cina sta svalutando la sua moneta in modo continuo e graduale evitando forti ribassi. In antitesi gli americani, con il rialzo dei tassi d’interesse, stanno provocando una rivalutazione del dollaro. Per scoraggiare qualsiasi attacco speculativo e difendere il cambio, il Paese ha intaccato le sue riserve finanziarie.

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