Gli italiani lasciano il Paese al ritmo di 100 mila all’anno: tra il 2008 e il 2015 il totale degli expat è già di 800 mila. L’esodo riguarda soprattutto persone tra i 20 e i 40 anni, la fascia più giovane della popolazione ed anche quella più istruita.
Vista la situazione e l’immane fuga di cervelli, ci si aspetta che lo Stato ponga presto rimedio con mille progetti e nuovi investimenti.
E invece Renzi cosa fa? Promette 500 euro ai 18enni.
La metà di questi 800 mila ha una laurea in tasca, molti tra di loro sono medici e ricercatori. Un’altra quota è costituita da giovani imprenditori che non ha nessuna intenzione di investire in Italia per via delle numerose e pesanti tasse. Tutto il resto, sono tecnici e apprendisti di nuovi mestieri, svegli ed ambiziosi, decisi a scappare per non essere più delusi e sfruttati.
Il tratto che li accomuna tutti è il coraggio. Il coraggio di cambiare, reagire e ricominciare: decidono con determinazione di cercare lavoro all’estero e di vivere una nuova vita lontano da qui.
Una mancanza di rinnovamento che presto o tardi presenterà il conto all’Italia.
Un esodo che diventerà un debito incolmabile che pagheremo con gli interessi. Un deficit che affronteremo in termini demografici con meno giovani oggi e, quindi, meno figli domani.
In termini culturali, subiremo la perdita della popolazione attiva e qualificata.
Non ci sarà più nemmeno l’ascesa sociale dei più giovani e il rinnovamento delle classi sociali e dirigenti.
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